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Caffè Galeotto
In ogni tazza vi è racchiuso un mondo, di abitudini, usanze, stili di vita.
Eppure pochi sanno che…
Il caffè espresso così come lo conosciamo nasce nel nostro Paese addirittura agli inizi del Novecento. Si tratta dunque di una scoperta tutta italiana che a partire dai decenni successivi – soprattutto dagli anni Cinquanta in poi, in concomitanza con i grandi flussi migratori – si è diffusa anche negli altri Paesi, europei ed extra-europei.
Il nome “espresso” deriva da “veloce”. In origine bastavano appena 45 secondi per avere in mano una tazza caffè! Questo significato di “espresso” perché “veloce”, tuttavia, è conosciuto quasi esclusivamente nel nostro Paese. All’estero, soprattutto nei Paesi anglosassoni, si ritiene invece che il nome si riferisca all’infusione sotto pressione.
In concreto, per ottenere il caffè si utilizza dell’acqua bollente in infusione nella polvere di caffè. La novità introdotta dall’espresso fu la pressione dell’acqua di infusione con una temperatura inferiore ai cento gradi. Proprio la pressione fa sì che vi sia un alto tasso di estrazione. In altre parole, il liquido è particolarmente denso poiché la quantità di sostanza solida estratta dalla polvere di caffè per unità di volume di acqua è decisamente alta.
L’inventore della macchina per il caffè espresso fu il milanese Luigi Bezzera, cui appartiene il primo brevetto del 1901. Nel 1905 Desiderio Pavoni acquistò il brevetto e fondò una ditta, che produceva macchine da caffè in serie (se ne realizzava una al giorno). Nel 1940 Gaggia, ancora oggi un marchio conosciuto, costruisce la prima macchina da caffè a pistone.
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